Pensieri sospesi.

Questo (foto sotto) è quello che ogni sera i miei occhi vedevano; quello che il mio cuore sperava: spesso si ripeteva questa immagine proprio mentre uscivo pedalando sulla mia bici dal cerchio arborato della mia città; avrei voluto essere dalla parte di là, seduto su quella panchina che ospitava due cuori che si sussurravano tante e dolci parole che completavano le loro frasi di amore. Invece anche quella sera il sole tramontava insieme alla speranza giornaliera di essere al di là nell'obiettivo.
Ma subito dopo mi rendevo conto che non potevo lamentarmi: dovevo solo giore perchè la mia estate era piena di musica, di persone e di tante altre speranze che nascevano subito dopo il tramonto e che io avrei presentato da un palco che mi stava aspettando.




Ed allora la mia pedalata si faceva più energica: ma quell'immagine rimaneva lì davanti agli occhi. Forse potevo chiamarla malinconia, quella che ho sempre considerato come la mancanza di una presenza e la presenza di una mancanza. Stavo arrivando al Parco Fluviale; ogni sera una cover band dedicava il proprio tributo ad un grande, gruppo o singolo, della storia della musica. Ogni sera il mio cuore avrebbe voluto essere su quella panchina: avrebbe voluto averne un altro vicino a cui sussurrare quelle dolci parole che fanno da colonna sonora ad ogni storia d'amore. Ma forse anche quella sera, da poco iniziata, finiva così, come tutte le altre. Con tanti sorrisi, applausi, complimenti, domande, risposte, parole. Sì: devi salire sul palco per l'ultima volta: lo spettacolo stà per finire; l'appuntamento scivola via alla serata successiva: anche le mie speranze gli vanno dietro. Forse domani sarà il mio cuore a ringraziare Dio per aver permesso a questo mio desiderio di potersi esaudire.

STEVEBi (scritto il 7 agosto 2005)