Il brano sarà accompagnato dal videoclip, online dal 18 dicembre.
In “Fuori dai locali" c’è dentro l’amore in tutte le sue accezioni, spiega l’autore: “L’amore che ho per la notte, che ho per le canzoni da sparare in macchina mentre si seguono i lampioni di una strada addormentata, l’amore che ho per l’idea dell’innamorarsi, del brivido, delle emozioni, dello scoprire cosa ci possa essere dietro quella strada, dietro quegli sguardi impermeabili, dietro i profili social delle persone. Per me scrivere le canzoni è cercare di chiarire cosa mi serve veramente dalla vita.”
Un brano che nasconde un intramontabile esigenza di immaginare da parte dell’artista: “L’ho scritta tutta di getto, alle 3.40 di notte, ho ancora il vocale sussurrato dove ho scritto tutto il ritornello, mi mancava qualcuno, eravamo io, la notte e lei, nei miei pensieri - prosegue Barsanti -. Ho preso la macchina, mi sono fermato davanti ad una finestra, era ancora accesa, forse ti annoiavi quella sera o forse avevi voglia di pensare, e la notte è perfetta per stare fermi a pensare, tutto è fermo, tutto è etereo, adatto al silenzio, al romanzo, ed io in quello stato emotivo, ci sguazzo dentro. “Chissà che fai vedo la luce alla finestra”, questa è la chiave di lettura del brano. L’immaginazione, la proiezione del pensiero, la golosa idea del volere sapere, del fantasticare, i famosi film in testa, le seghe mentali. Mi è sempre piaciuto, quando dalla strada vedi una finestra illuminata, cadere nell’immaginazione, nella proiezione della domanda “cosa faranno adesso in quella casa lì? Quelle luci accese, sono un segnale che li qualcuno c’è, che in quella casa c’è vita, ma quale vita, di chi, chi sei, cosa stai facendo, ti manco, rimpiangi qualcosa? Chi non ha rimorsi o rimpianti? E allora dimmeli, raccontameli, sali in macchina, espieremo insieme la solita pena, confidati, condividiamo la solita colpa, “anch’io stanotte di dormire non c’ho voglia, facciamo un giro ho la tua voce sempre in testa”.
Invece alla fine la scontro con la realtà: “il dolore nel rivederti è un contraccolpo di fucile al petto, mi prendi in contro tempo, quando non sono pronto, quando fuori dai locali, come estranei, ci becchiamo a far il drilling tra gli sguardi, tra gli altri, a fare finta che basti questo per dimenticarsi, come due spiccioli in una tasca, per scordarsi davvero, piano piano”.